Simposio Medico a Zagabria – 14 ottobre 2015

PROGETTI PER LA VITA IN BOSNIA ERZEGOVINA E IN CROAZIA

Cari Amici, desideriamo rivolgerci a tutte le persone di buona volontà, Associazioni e Fondazioni cui sta a cuore sostenere e sviluppare iniziative concrete e mirate a favore dei fratelli più deboli e svantaggiati, soprattutto nelle aree di povertà e conflitto dell’Europa Orientale.

Da alcuni anni siamo presenti nella regione di Medjugorje e altre coinvolte nella guerra dei Balcani con le sue tragiche conseguenze, che riguardano sia la Bosnia Erzegovina che la Croazia.

Sono certa che la Madonna ci segue per velocizzare il completamento della struttura, già arrivata al grezzo e destinata a bambini e anziani in grave stato di salute, che vogliamo denominare “WELCOME TO LIFE – AMOR DEI MEDICAL CENTER”, situata vicino al Tempio della Madonna a Medjugorje, ai piedi dalla salita sul Podbrdo. Per dare priorità alla realizzazione di un Centro Disabili il completamento della costruzione è stato sospeso, ma ora è tutto pronto per la realizzazione.

E’ naturale che un progetto del genere richiede il concorso di molti, che visitando le realizzazioni fate e quelle in corso potranno rendersi conto del valore sociale avanzato, frutto di uno sforzo senza pari. In particolare i bambini vi accoglieranno con tanto amore.

Ora serve veramente il vostro aiuto a favore di popolazioni davvero speciali, che hanno subito ingiuste e inumane conseguenze. In particolare dobbiamo portare avanti e sostenere l’utilizzo della scoperta scientifica del prof. Carlo Foresta in quelle zone, l’unica efficace per poter avviare una prevenzione vera di tante malattie a partire dai giovani. A lui va il nostro sentito ringraziamento e riconoscimento. Già abbiamo ricevuto al disponibilità di giovani medici e ricercatori per prestare la loro opera nel nuovo Centro Amor Dei: è un segnale incoraggiante che deve essere sostenuto nei modi migliori possibili.

Pochi infatti conoscono le Origini di queste terre, dove dalla fine del VI secolo ci sono importanti tracce di come la cristianità si sia manifestata fin dall’epoca romana, come testimoniano i resti di numerosi oggetti casalinghi, croci, necropoli e pietre sepolcrali.

I Francescani giunsero in quella terra agli inizi del XIII secolo, finché nel 1852 venne assegnata a loro la custodia dell’Erzegovina e nel 1892 fu creata la provincia Francescana dell’Erzegovina. Sulla testimonianza del Vangelo, riunendo e istruendo i credenti rimasti nella popolazione, i Francescani contribuirono in tal modo alla diffusione dell’alfabetizzazione ed allo sviluppo dell’arte e della scienza.

Essi si stabilirono anche a Medjugorje, istituendovi una parrocchia, e la storia ha qui voluto le apparizioni e i messaggi della Madonna con relativi miracoli iniziati il 24 maggio del 1981 e che tutt’ora continuano come riportano le cronache e i credenti.

Durante i miei ritiri spirituali a Medjugorie, Frà Miljenko mi relazionava e invitava a intervenire per sollevare tante famiglie dai disagi dovuti alla nascita di figli disabili e a studiare ogni possibile metodo di prevenzione.
E’ per questo che prima abbiamo contribuito alla realizzazione di un Centro Disabili nella vicina Tomislavgrad denominato “NOVA NADA”, e poi abbiamo coinvolto il celebre Prof. Carlo Foresta dell’Università di Padova perché facesse delle indagini sul posto. Conosciamo bene le esigenze del territorio, con le cui popolazioni abbiamo sempre collaborato fin dall’inizio della guerra con assistenza continuata anche a dopo il conflitto.

E’ così che è nato un importante PROGETTO da seguire e sostenere, avviato grazie alla collaborazione del prof. Foresta e la sua Fondazione con l’Università di Padova, l’Università e la Scuola di Medicina di Zagabria (Croazia) e l’Ospedale di Nova Bila (Bosnia Erzegovina) e relative strutture Sanitarie e Universitarie di Mostar, mirato a ricercare ogni mezzo di prevenzione di malattie e nascite anomale nelle zone di guerra, compresa Medjugorje.

CONSEGUENZE andrologiche nei giovani NATI IN CROAZIA E IN BOSNIA DURANTE IL TEMPO DI GUERRA

Negli anni 1992-1995 la regione dei Balcani ha vissuto un lungo periodo di guerra che ha coinvolto non solo i soldati ma anche la popolazione in generale. In questa guerra sono stati usati molti tipi di armi chimiche, con effetti collaterali sulla salute non ancora completamente conosciuti o riconosciuti.

Molti rapporti scientifici in materia pubblicati relativamente ad altre guerre (ad esempio la guerra del Golfo, la guerra georgiana, guerra iraniana, etc.) hanno riportato che un numero significativo di veterani ha subito effetti tossici dovuti a radiazioni, metalli pesanti, uranio impoverito, residui di zolfo e altre sostanze chimiche. Alcuni autori hanno dimostrato che i soldati americani coinvolti nella Prima Guerra del Golfo avevano un rischio più elevato di concepire bambini con malformazioni. Inoltre, è stato accertato che i soldati inglesi che parteciparono allo stesso conflitto riportarono tassi più alti del normale per malformazioni dei bambini e aborto spontaneo. Anche il rischio di sviluppare l’infertilità è stato più elevato nelle popolazioni controllate, e pertanto esiste una relazione importante tra l’evento bellico e le conseguenze per il sistema riproduttivo maschile.

E’ noto che il sistema endocrino e l’apparato urogenitale sono molto sensibili a molti tipi di sostanze, e in particolare alcune sostanze chimiche, in qualità di interferenti endocrini, sono in grado di influenzare profondamente entrambi gli organi endocrini (come tiroide, testicoli, ovaie, pancreas, paratiroidi, ipofisi, ipotalamo, ghiandole surrenali, ecc), specialmente durante la pubertà e il normale sviluppo dell’apparato urogenitale. È interessante notare Levine già nel 2005 ha registrato un significativo aumento di incidenza del cancro ai testicoli tra i soldati americani, dopo due anni dalla fine della Prima Guerra del Golfo. Allo stesso modo Gustavsson ha dimostrato un aumento dei casi di leucemia tra i soldati europei delle Nazioni Unite nei Balcani. È stato ipotizzato che questa situazione era collegata all’uranio impoverito.

Poco si sa circa gli effetti della guerra sull’ambiente e sulla salute del bambino nato durante i conflitti. Tuttavia, molte preoccupazioni sorgono dal possibile impatto delle armi chimiche e radioattive sul DNA dello sperma dei padri (alterazioni genetiche ed epigenetiche, Vandegehuchte 2014), su embrione e sviluppo delle gonadi durante il periodo gestazionale (Naim 2012) e durante lo sviluppo normale della pubertà (Carran 2012).

Lo scopo di questo progetto è quello di valutare, a 20 anni dalla fine della guerra in Croazia e in Bosnia, le possibili conseguenze generali, endocrine e andrologiche nei giovani adulti (18-25 anni) residenti o provenienti da questi Paesi.

I risultati di questo progetto saranno confrontati con i dati ottenuti in un precedente studio su una popolazione italiana che è stata valutata con gli stessi metodi.

OBIETTIVI
Si tratta di valutare in un’ampia popolazione di giovani maschi adulti nati dopo la guerra, i loro stili di vita, l’antropometrico caratteristico e l’incidenza dei seguenti problemi andrologici:
Alterazione della androgenicità, Ginecomastia, Criptorchismo o anorchia precedente o attuale, Ipospadia e micropene, Varicocele precedente o attuale, Ipotrofia testicolare, Il cancro del testicolo, Modifica di parametri spermatici, Malattie della tiroide.

RISULTATI ATTESI
I risultati di questo studio forniranno importanti dati epidemiologici su stili di vita, caratteristiche antropometriche, fattori di rischio del sistema riproduttivo maschile, incidenza di problemi andrologici e malattie a trasmissione sessuale, incidenza di problemi endocrini, incidenza della Sindrome di Klinefelter (47 XXY cariotipo), influenza dell’ambiente sulla salute generale e lo sviluppo andrologico.

Attendiamo un vostro segnale e vi ringraziamo a nome dei disabili e anziani che sosteniamo!

Il Medico ricercatore Damiano Pizzol e Norbert Wendelin Mtega, arcivescovo emerito Arcidiocesi di Songea, Tanzania

Il Medico ricercatore Damiano Pizzol e Norbert Wendelin Mtega, arcivescovo emerito Arcidiocesi di Songea, Tanzania

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